sabato 8 ottobre 2011

'Comunicazione al posto di televisione'

Ormai sembra che una serie americana per avere successo debba essere colma di riferimenti sessuali, linguaggio volgare e violenza gratuita. Purtroppo questa linea di pensiero si sta diffondendo sempre più anche nei cartoni, facendoli diventare diseducativi: vengono presentate storie che i bambini non riescono a comprendere e personaggi che possono turbarli o spaventarli. Il problema in cui si può incorrere è essenzialmente l'emulazione poichè il bambino troppo piccolo non è ancora in grado di discernere il reale dall'irreale. Ma l'imitazione può essere messa in atto anche da un ragazzino più adolescente che ispirandosi al suo eroe mette, per esempio, in atto azioni di bullismo sui più deboli. Basti pensare alla serie animata "I Griffin" che mostra scene esplicite di razzismo, discriminazione e talvolta bestemmie o al cartone animato 'Ken il guerriero'  con scene di guerra, scontri, duelli e violenza fisica.


                                      

Basterebbe proporre cartoni più semplici, come quelli di una volta, che insegnavano ad amare gli animali, a rispettare le amicizie, invogliavano allo sport o più semplicemente facevano sognare. Quelli di oggi, invece, sono solo messaggi che anzichè rafforzare i valori, ampliare la conoscenza e sviluppare le capacità critiche, possono incrementare atteggiamenti distruttivi per se stessi e per gli altri. Da numerose ricerche emerge che in Italia i bimbi guardino la televisione tra le due e le cinque ore al giorno, e il dato ancora più preoccupante è rilevare che il maggior tempo che passano davanti allo schermo lo passano da soli. Prendiamo in considerazione le nostre famiglie, spesso si vive una vita frenetica: si cerca di conciliare orari di lavoro, orari scolastici, attività extrascolastiche e magari cercare anche qualche spazio per se stessi. La solitudine induce il fanciullo a cercare nella televisione una compagnia, ma questo isolamento emotivo comporta il rischio di indurire il loro carattere e rendere difficile il fluire delle loro affettività. L'esito più grave riguarda quindi la diminuzione dei momenti dedicati alla comunicazione, ascolto, scambio di opinioni e idee.

Non si può negare che la Tv favorisca la crescita, ma è necessario indirizzare i propri figli verso i giusti programmi come telegiornali per ragazzi, trasmissioni a sfondo storico, geografico o scientifico o che propongano obiettivi cognitivi o logici. La valenza positiva o negativa nella crescita dei bambini dipende dunque dalla qualità e dai contenuti delle trasmissioni a cui vengono esposti, oltre che dal tempo che trascorrono davanti al video.


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